RACCONTI
Le dita di Dio
Genere Fantascienza
Autore Alessandra Arcari
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Avevo dodici anni nel 2000 e ricordo abbastanza bene quello che accadde alla vigilia della presunta fine del mondo.
Ci fu gente che si abbandonò all'isterismo, gente che vendette tutti i beni e si diede all'ascesi di qualche religione, gente che all'opposto cercò di godersela per i pochi giorni che credeva le restassero.
Allo scoccare della fatidica mezzanotte però restarono tutti delusi: la fine del mondo infatti mancò l'appuntamento.
Chi ci guadagnò fu la stragrande maggioranza di quelli che non l'avevano mai aspettata.
Data la mia giovane età e la mia scettica famiglia non ebbi l'occasione di partecipare ad alcuna attesa millenaristica.
Tutto questo però è accaduto dodici anni fa, per quale motivo dunque me ne rammento ora?
Per rispondere a questa domanda occorre fare ancora un passo indietro.
Alcuni mesi prima della temuta data cominciò ad apparire su tutti i rotocalchi e le reti televisive un certo Don Johnson. Vestito con una ridicola tunica a bottoni dorati fece proseliti in tutto l'Occidente predicando la prossima venuta dei Signori Celesti.
Affermava di avere una comunicazione diretta, mediante il sogno, con degli esseri provenienti da non si sa quale lontana Galassia: i cosiddetti Signori Celesti.
Don Johnson sbraitava da tutti i canali, con occhi febbrili "Essi portarono la vita su questo pianeta, essi torneranno per ciò che abbiamo fatto, presto si compirà un ciclo perfetto".
Per quanto le sue dottrine suonassero assurde ai più, tuttavia si trascinò dietro numerosi seguaci, ebbri del suo aspetto folle e della sua convinzione. Divenne presto l'idolo di tutti i millenaristi e gli archeologi alienofili.
Contemporaneamente a lui venivano invitati ai talk show insigni esperti perché ne screditassero le affermazioni, suscitando remunerative tele-risse.
Il più saggio parve allora uno scienziato che si limitò a osservare "L'attesa millenaristica, già verificatasi una volta nella storia dell'Occidente, nasce unicamente dal caso evolutivo, per cui la razza umana ha dieci dita, se per ipotesi ne possedessimo dodici, il 2000 per noi non avrebbe alcuna particolarità degna di nota".
Quando il 2000 giunse sul serio, e il mondo, nel bene e nel male, restò quello di prima, Don Johnson perse tutto il suo credito.
Bisogna dire che continuava a sognare e a predicare l'avvento dei Signori Celesti, ma nessuno parve più crederci.
Poi giunsero.
È accaduto una settimana fa; prima hanno bloccato tutte le trasmissioni radio-televisive terrestri, poi hanno inviato il messaggio annunciante lo sbarco, poi sono atterrati in pieno Sahara.
Naturalmente tutti questo ha suscitato un gran subbuglio presso le autorità civili e militari, per non parlare degli organi di informazione.
Subito è cominciata la folle corsa al deserto, con conseguente disappunto dei governi locali. Prima che la situazione degenerasse, i Signori Celesti hanno risolto il problema a modo loro.
Hanno disattivato tutte le armi nel raggio di vari chilometri attorno all'astronave, questo fatto, unito alla obiettiva difficoltà di creare un cordone di sicurezza circondando un pezzo di Sahara, ha distolto infine i militari dal trattenere i giornalisti.
Così il più grande scoop della storia si è svolto sotto il Sole più cocente a memoria d'uomo.
Gli alieni hanno un aspetto umanoide, ma sono molto più alti e pallidi della media umana, calvi e con lunghe insolite dita; sembra che non notino nemmeno il calore insopportabile, stando immobili in pieno Sole.
Sono in tre, con una specie di comandante. La loro nave è una semisfera di metallo lucidissimo, con la parte piatta posata sulla sabbia, di sottile e flessibile metallo paiono anche le loro tute.
I Signori Celesti continuano a presentarsi come nostri progenitori "Noi portammo la vita su questo pianeta". Naturalmente Don Johnson è stato trasportato nel deserto in tutta fretta, la sua popolarità è alle stelle.
I Signori Celesti lo hanno riconosciuto e, incredibile a dirsi, hanno cominciato subito a rimproverarlo con tono severo "Siamo tornati per ciò che avete fatto di questo pianeta, presto si compirà un ciclo perfetto". Pare che non sappiano dire altro in nessuno dei linguaggi terrestri.
Al termine della prima giornata di soggiorno hanno posato davanti all'astronave una specie di treppiede. Sopra questo cavalletto si trova una scatola nera con delle lucine rosse.
Per tutti i giorni successivi non hanno fatto altro che stare immobili sotto il sole del deserto a guardare la scatoletta con le luci, ripetendo tre frasi sconosciute. L'unico cambiamento verificatosi è stato lo spegnersi di una lucina al giorno, sono in tutto sette.
La notizia giornalistica più clamporosa del secolo si è trasformata presto nella più noiosa di fine telegiornale. "Gli alieni denominati Signori Celesti si trovano ancora nel deserto del Sahara, il nostro inviato".
Da una settimana non si vedono altro che immagini dei tre alieni immobili dietro il treppiede.
Ho così avuto modo di osservarli con attenzione, e ho notato un particolare inquietante, hanno dodici dita. Mi ritornano alla mente le parole di quel saggio scienziato circa l'evoluzione…
Non ho rivelato a nessuno i miei sospetti, ma oggi è avvenuto qualcosa di nuovo, gli alieni si sono preparati a partire in tutta fretta. Hanno dato un ultimo sguardo alla scatola nera, su cui ormai brilla un'unica luce e si sono imbarcati.
L'astronave sale veloce nel cielo, la televisione me ne fornisce un'immagine nitida. È quasi mezzanotte, tra poco sarà il 12 dicembre 2012.
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